2021 IMPRESSIONI DI UN ASTROFILO

2021 IMPRESSIONI DI UN ASTROFILO

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Luna Europa

Luna Europa

Simona D’Eustacchio

Da quando acquistai i libri di Arthur C. Clarke, soprattutto la serie “2001 Odissea nello spazio” e successivi, rimasi affascinata dall’idea che la vita può nascere non solo su pianeti posti in un’area abitabile intorno alla loro stella.

Clarke ipotizzò (fantascientificamente parlando), che su una luna di Giove sotterrata da strati di ghiaccio, potesse esserci vita vicino a fonti di calore sotto un oceano glaciale.

Ed eccola lì, Europa. A mio parere la luna più bella del sistema solare, dopo la nostra ovviamente.
Molte “fantasie” di questo tipo sono poi divenute reali.

Un esempio per tutti: il Nautilus di Verne di 20.000 leghe sotto i mari. Scritto sul finire del 1800 quando i sottomarini non erano ancora minimamente pensati.

Non essere soli nell’universo non significa solo contemplare forme di vita come noi la conosciamo (come cita il grande Asimov).

Mi piace pensare che, sotto una coltre di ghiaccio, Europa nasconda delle grandi sorprese.

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Tramonto sul mare

Tramonto sul mare

Ilaria Zof

L’uomo è sempre stato attratto dalla ricchezza: ricchezza porta potere, e potere porta altra ricchezza.

Per questo ha sempre sperato di trovare qualcosa che generasse ricchezza, possibilmente senza sforzo.

E là dove la realtà non arrivava, subentrava la fantasia.

Ed ecco nascere il mito di Re Mida, la pietra filosofale e la pentola d’oro ai piedi dell’arcobaleno.

Eppure qualcosa di veramente magico c’è, c’è sempre stato, e lo abbiamo sotto gli occhi tutti i giorni: qualcosa che, senza sforzo e senza fretta, sa trasformare…
l’argento … in oro …

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Alba d'Inverno

Alba d’Inverno

Giulia Fantoni

MANE STELLE IN UN’ALBA D’INVERNO

Saturno attende placido,
Venere verrà e saranno lame di luce incandescenti;
tutto palpita,
e mentre le stelle, curiose, assistono,
maestosa scivola sulle onde invisibili del cielo la stazione spaziale.

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Universo

Universo

Gianpaolo Mennitti

Cos’è per te l’astronomia?

È questa la particolare domanda che mi facevano nel corso delle nostre serate astronomiche col pubblico prima del covid… non è semplice rispondere, ma in parte ci provo adesso, e in parte a fine post.

E’ indubbiamente una parola che suscita in me molte sfumature emotive.

Ogni volta che viene pronunciata, evoca delle sensazioni e dei profondi pensieri, uno di questi è sicuramente immaginare che lassù ci siano dei mondi, già, altri mondi possibili e abitabili … e questo mi affascina tantissimo!

Sono circa 20 anni che stiamo scoprendo pianeti al di fuori del nostro Sistema Solare, i cosiddetti esopianeti, e proprio adesso che state leggendo questo post, se è sera e non è nuvoloso, affacciatevi alla finestra o andate nel vostro giardino per guardare le stelle, scegliete quelle che più vi piacciono, proprio attorno a quei puntini scintillanti che state osservando, stanno orbitando pianeti rocciosi come il nostro e pianeti gassosi come Giove…esistono!

Sono tantissimi! Stanno lassù!

Non possiamo ancora vederli direttamente ad occhio nudo o con dei piccoli telescopi ma stiamo affinando la tecnica, e sarà sempre più emozionante trovarli.

Concludo con la meraviglia che sto provando nel raccontarvi questa sensazione ed è proprio in questo punto del post che posso rispondere in maniera completa alla domanda iniziale: l’astronomia per me è un qualcosa che ha un fascino indescrivibile proprio per la sua profonda e sorprendente bellezza.

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cometa

cometa

Andrea Alimenti

Presidente Associazione Pontina di Astronomia

Era l’Aprile del ’97 e mancavano pochi giorni al mio quinto compleanno.

Di comete a quell’età ne avevo sentito parlare solo sotto Natale, ma stranamente in quel lontano Aprile i grandi erano in uno strano fermento per l’arrivo di una cometa – per me fuori periodo.

Ne parlava tanto anche la TV, c’era chi diceva cose incomprensibili, tipo che il ghiaccio sublima, e altri che prevedevano grandi sventure: non comprendevo la lingua di nessuno, ma sembrava comunque qualcosa di decisamente importante.

I miei mi portarono quindi di sera al Fogliano dove, grazie ad una tal Associazione Tuscolana di Astronomia, c’era la possibilità di osservare quella cosa in cielo.

Non dimenticherò mai quei momenti, quei passi solenni su una scala che a me sembrava altissima.

Tale scala serviva per raggiungere l’oculare di un telescopio gigantesco.

Oggi direi sui 30, o forse anche 50 metri, senza timore di esagerare.

Il tubo era grigiastro ed un blocco di ferro nero con delle lucine rosse serviva ad orientarlo, così dissero quegli astronauti.

Pensavo che quella scala servisse per raggiungere e toccare finalmente quella cometa in cielo.

Rimasi un po’ deluso quando scoprii che non ce l’avrei mai fatta a raggiungerla.

Quel barattolino però, l’oculare insomma, era assai strano: permetteva infatti di vedere quella cosa come se ci trovasse a pochi metri da questa pur non spostandosi affatto di posto né io né lei.

Non capii come era possibile, però funzionava: sembrava di stare lì, ma restavo qui.

Dissero: “È questione di lenti.”. A me sembrava magia.

Passarono anni, direi anche felici, senza che quella visione influisse minimamente sulla mia vita. Fino al 2004.

In quell’anno si focalizzarono tutti gli influssi, ancor oggi non saprei se definirli negativi o positivi, di quella maledetta cometa del ’97.

Un amico di famiglia, Franco, ci portò infatti ad altri eventi di astronomia sia al Fogliano che a Prato di Coppola.

Lì ritrovai quello stesso telescopio grigio del ’97!

Ma gli anni evidentemente passavano anche per lui: si era infatti decisamente rimpicciolito.

Nel 2004 non superava nemmeno i 2 metri.

In un paio di serate avevo già memorizzato tutte le costellazioni estive, i nomi delle stelle e le posizioni dei pianeti.

In una di queste serate conobbi anche un tal Domenico, grazie a lui in una mezz’oretta di chiacchierata capii tutto sul funzionamento dei telescopi, sulla loro struttura, i differenti modelli, sul montaggio e sull’utilizzo.

Ed ecco che nel giro di qualche mese mi ritrovai a Frascati, in via Cavour 54, con 200 € di tasca mia e 200 € di tasca di nonna, per comprare finalmente il mio primo telescopio.

Era un Bresser, telescopio newtoniano largo 130 mm e lungo 1000 mm, F 7.7, peso del tubo 4.3 kg (un decimo di me). Montatura equatoriale, tutto in manuale.

Se il rapporto con l’astronomia nei miei primi 12 anni di vita lo posso riassumere con queste poche righe, quel che segue quel giorno in cui quel telescopio entrò in casa, penso riempirebbe volumi di enciclopedia.

Questa l’anamnesi della mia malattia più grave: l’astrofilia.

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Osservando il cielo

Osservando il cielo

Che bel regalo quel primo cannocchiale! Due tubi concentrici di latta ricoperti di carta nera e rugosa, mi sembrava uno strumento meraviglioso.

Quella sera la Luna mi aspettava ansiosa di essere osservata dal mio superbo cannocchiale…per me qualcosa di più di un giocattolo. Scoprii a mie spese le difficoltà per inseguire il nostro satellite e contemporaneamente controllare la collimazione dell’oculare e della lente frontale mantenendo, maldestramente, con le mani i due tubi concentrici e poi la messa a fuoco allungando o accorciando il mio strumento ed eccola…la Luna, sì piccola, ma stupenda, che emozione!

E poi studiare quando poterla osservare dal terrazzo della mia casa, insomma scoprivo il cielo e con esso l’astronomia. Le stelle mi apparivano irraggiungibili asterischi luminosi mai completamente nitidi mi arresi alla sola osservazione attraverso i miei occhi.

L’atlante geografico di mia sorella era il caposaldo per conoscere i movimenti della Terra e della Luna e scoprire i misteri del Sistema solare.

Il Sole, anche il Sole, finalmente, avrei potuto osservare per proiezione, come una vecchia enciclopedia mi suggeriva e quanta fatica, ma anche quanta gioia nel riuscirlo a proiettare, dopo vari esperimenti, un poco obliquo su di un foglio bianco steso sul pavimento, e finalmente era là con le macchie solari, macchioline pallide per la verità e tanta ingenua felicità.

Mi vennero in mente quei ricordi di quando ancor più piccino rimanessi attratto dalla luce che attraversava come lame la penombra delle finestre appena socchiuse, provavo ad aggrapparmi a quei raggi e incantato osservavo il pulviscolo illuminato dai raggi del sole, impalpabili, ma tiepidi e luminosi.

 

 

2013 – IMPRESSIONI DI UN ASTROFILO

2013 – IMPRESSIONI DI UN ASTROFILO

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Giulia Fantoni

Giulia Fantoni Impressioni

 

La levata di Venere

di Ilaria Zof

Su esile erba di brina imbiancata,
sfuggiti al Sole, che a lor fa da padre,
i primi bagliori di un’alba ghiacciata
paion farfalle che danzan leggiadre.

Tremule fiamme rifulgon sul monte
e ne cingon la cima, come un diadema
mentre lontano, sopra l’orizzonte
t’innalzi Tu, imperatrice suprema
di quel cielo, alla notte appartenuto,
prigioniero del mio sguardo adorante,
di minuscoli diamanti intessuto
e di chiara, Lattea essenza traboccante.

Dea di beltà, del cui nome ti vanti
sorgi come un’Afrodite dal mare,
splendore, ai miei occhi così distanti,
dolce visione che fa innamorare.

Poi, attenuata dall’Astro nascente,
sbiadisci, come flebile sussurro,
mentre la tua luce, calda e fremente
svanisce, nel blu che diventa azzurro.

2014 – IMPRESSIONI DI UN ASTROFILO

2014 – IMPRESSIONI DI UN ASTROFILO

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Caterina Vicino

La stella della felicità

Il senso della vita in sincronia
con i giri della Luna
L’angelo cantore intona inni
di grazia e canti
vittoriosi
fatti vividi di luce
riflessa dai pianeti orbitanti
La stella della felicità
parlerà al mattino.

2012 – IMPRESSIONI DI UN ASTROFILO

2012 – IMPRESSIONI DI UN ASTROFILO

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NOTE SUL CORSO RESIDENZIALE DEI CIECHI 2012

Amelia Massironi

considerare (pdf – 26 kb)

inganno (pdf – 29 kb)

Giorno 01 (pdf – 20 kb) 

Giorno 02 (pdf – 20 kb) 

FAVOLE

Amelia Massironi

Considero Valore (pdf – 119 kb)

Favola Equinozio (pdf – 24 kb)

Favola Luna (pdf – 32 kb)

Favola Sole (pdf – 32 kb)

Favola Sole (pdf – 33 kb)

Favola Ufo (pdf – 29 kb)

CIELO PROFONDO

Giorgio Cielo 

Con questo aggettivo si intende indicare l’indagine astronomica effettuata su pianeti, nebulose, stelle al di fuori del nostro sistema solare.

Questo scopo ha avuta la riunione del gruppo APA/lan la sera del 15/06/2012 i cui iscritti, sempre numerosi, sono accorsi presso il comprensorio agricolo “Natura Viva” ubicato nei pressi del lago Fogliano.

Il posto è particolarmente adatto all’esplorazione del cielo in quanto consente la visione a 360° dell’orizzonte ed, inoltre, la serata, limpida e serena, ha favorito la visione di stelle e costellazioni che si stagliavano nitide e luminose sulla volta buia del cielo.

Inizialmente l’attenzione è stata incentrata sui pianeti del sistema solare ed alle stelle più note non trascurando le costellazioni visibili in quelle ore della sera.

Molta attenzione è stata rivolta alla stella “polare” che ci indica il Nord ed ai vari metodi per individuarla.

Successivamente i telescopi sono stati puntati sugli astri più lontani come la nebulosa planetaria M57 a forma di anello, nel cui centro si nota una “nana bianca” cioè una stella che ha cessato la sua attività spegnendosi. Cosa che accadrà anche per il nostro sole fra circa 5 miliardi di anni, secondo le stime degli studiosi.

E’ un’esperienza affascinante vedere e comparare la luminosità delle stelle e la forma delle varie costellazioni come il Leone, il Cigno, ecc. i cui nomi traggono origine dalla fantasia dell’uomo che ha unito con una linea immaginaria gruppi di stelle contigue creando delle figure che, con approssimazione, assomigliano agli animali ed agli oggetti con cui sono individuate.

Abbiamo trascorso una piacevole serata nella visione della volta celeste mentre i bimbi presenti si divertivano nel rincorrere le numerose lucciole che svolazzavano nella calda serata, tentando di afferrarle e tenerle, per qualche secondo, nel palmo della mano.

Spero di non averVi annoiato con questa mia breve relazione e, nel ringraziarVi, Vi attendo per il prossimo convegno.

UN ASTROFILO FORTUNATO

Giorgio Cielo

La mia buona sorte è quella di aver potuto assistere, la mattina del 6 giugno 2012, ad un avvenimento astronomico poco frequente (si pensi che esso si ripeterà di nuovo fra 105 anni) di una suggestione e bellezza uniche.

Trattasi della “ congiunzione inferiore” del pianeta Venere che avendo un’orbita interna a quella della Terra, si è venuto a trovare tra la Terra ed il Sole allineato su una linea ideale congiungente la Terra-Venere ed il Sole.

L’eccezionale evento ha interessato spettatori giunti a Latina da varie località, anche piuttosto distanti, accolti, come sempre, con grande cordialità dagli amici astrofili del gruppo APA/lan di Latina.

Tutti i partecipanti meritano l’appellativo di coraggiosi in quanto hanno dovuto svegliarsi alle ore 4,00 del mattino per ritrovarsi sul luogo del convegno fissato alle ore 4,45 presso l’Azienda “Cantina Ganci” poco distante dal centro cittadino.

Dovere di cronaca mi spinge a sottolineare che i volti dei convenuti apparivano un tantino stanchi ed insonnoliti, ma comunque ansiosi di raggiungere la radura all’interno dell’azienda agricola con un percorso a piedi di circa 10 minuti attraverso un sentiero campestre piuttosto sconnesso.

Sul luogo prescelto per seguire il fenomeno astronomico sono stati collocati 7 telescopi oltre ad un buon numero di binocoli e macchine fotografiche, tutti apparecchi rigorosamente schermati per consentire l’osservazione del Sole.

E’ doveroso sottolineare l’infaticabile opera del vice-presidente Magg.re Andrea Miccoli che si è prodigato nell’accoglienza dei circa 70 partecipanti, tra adulti e bambini, e del presidente sig. Domenico D’Amato che con encomiabile sacrificio ha portato un piccolo generatore di corrente necessario all’alimentazione del computer con cui ci si è potuti collegare, tramite Internet, al programma della NASA che consentiva, da varie località del mondo, la visione del transito di Venere sul Sole.

Non esistono confini od ostacoli alle iniziative dell’Associazione Pontina di Astronomia e lo affermo con convinzione, considerando anche altri progetti in attuazione come il corso di astronomia, a livello nazionale, per i ciechi che si terrà a Latina nel prossimo mese di luglio.

Il convegno è risultato perfetto salvo l’inconveniente dell’incontro con migliaia di zanzare che avevano deciso, anch’esse di assistere al transito di Venere sul Sole e che hanno tormentato i partecipanti sin sul far del giorno.

Le nuvole presenti si sono, per fortuna, diradate proprio al sorgere del sole che, prepotentemente, ha spazzato la leggera nebbiolina ed il soffuso chiarore dell’alba ed è apparso dietro la montagna la cui cima appariva punteggiata dalle bianche case dell’abitato di Sezze.

La nostra corsa ai telescopi ed ai binocoli, dopo la trepida attesa, ha consentito, finalmente, la visione del transito di Venere che è apparsa come un dischetto nero, della dimensione di una monetina, che si spostava lentamente verso il bordo della ns/ stella fino a sparire dopo una quarantina di minuti.

I disagi affrontati dai partecipanti , al termine della manifestazione, sono stati, in parte, ripagati dall’offerta di dolci e cornetti preparati da alcuni amici astrofili; non è mancato un buon caffè caldo che ha ritemprato il morale ed il fisico.

Ci siamo lasciati complimentandoci a vicenda e non sono mancati alcuni ottimisti, tra i presenti, che hanno assicurato, con evidente ironia, la propria partecipazione al prossimo transito di Venere che avverrà nel 2117.!!! 

2011 – IMPRESSIONI DI UN ASTROFILO

2011 – IMPRESSIONI DI UN ASTROFILO

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Caterina Vicino

Da IL PRESENTE DELLA FORESTA (Ed. del LEONE – Venezia 1993) 

Fuoco 

Nella sera che scende
di un fuoco inesausto
brucia il fianco del monte
e sono punti le stelle.
Pace rossa
conquista malinconica
di spazi lesi.

Cometa

Ardere [ cometa ]
in luce assorta
disparire
per respiro di cielo.
Commediante
Commediante
in territorio
di pensieri e silenzi
a cercare sollievo
e giocare a schernirsi
da vento di stelle.

Stella

Stella aperta a grazie infinite
Pausa
al migrare di pianeti
Levità
di contrade mai simili
Toccate a punta di ciglia.

Secondo sole

Secondo sole
declina verso golfi che ti attendono
hai già perdonato l’aria
con l’incendio degli occhi.

Notti polari

Vincoli ti rendono forbito
argento
pura opalina
marmo diafano a sbalzi
levigato dalla imprendibile brezza
di notti polari.

(senza titolo)

Itinerario presago di fine
durevole
di esplosione
infinita
Rinascita
sete aspra di tempo somigliante
a resina
Bagliore
d’ultima stagione.

2010 – IMPRESSIONI DI UN ASTROFILO

2010 – IMPRESSIONI DI UN ASTROFILO

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Galassie

Caterina Vicino

Vortici di girandole giocose
erratici piumaggi iridescenti
Ocra di dalie in cieli acquamarina
sagome azzurre in abbandono
estatico. Messaggeri latenti di galassie
d’un lontano cosmo
iridi remote del tempo.
L’attesa dell’evento
muterà la precipite materia
in infinita luce.

Costellazioni

Fiori di perla ridono nel gelo
dove palpita il sogno.
Lacrime di stelle in libera caduta
le Perseidi si disperdono
in polvere.
Lampi di ghiaccio
sotto un cielo innocuo.
Frammenti di luce svaporata
nel continuo girare della terra
sono provvide guide
a migrazioni attraenti.

………….

Un “grazie” di cuore a Caterina Vicino che ci ha dedicato e letto queste due bellissime poesie in occasione della “Cena del Solstizio” il 17 dicembre 2010.

Due composizioni in cui i fenomeni astronomici vengono spogliati della loro cruda identità scientifica per diventare pura e gradevolissima poesia e darci nuove immagini e nuove emozioni di un cielo che diventa, così, sempre più bello ed affascinante.

 Andrea Miccoli 

Impressioni di un astrofilo in visita al Gran Sasso D’Italia

Giorgio Cielo

Giornata di sole splendente e caldo di un 14 nov. 2010.

La data ha una relativa importanza, l’importante è la fervida partecipazione alla visita di molti giovani interessati che con spirito goliardico si sono attrezzati con chitarra e strumenti a percussione ed hanno allietato con varie canzoni i tempi morti dell’attesa e del viaggio in pullman.

L’iniziativa, suggerita dall’astrofila Paola Dimauro e realizzata con instancabile opera dal ns/ Presidente sig. Domenico D’Amato, ha avuto pieno successo ed ha posto all’attenzione di tutti il lavoro di studio e di ricerca che svolgono scienziati italiani e stranieri nel settore del “subatomico” termine che indica l’indagine condotta nel campo delle particelle più piccole dell’atomo.

Il laboratorio ricavato sotto il G. S. (Gran Sasso), in provincia dell’Aquila, ha utilizzato un tratto di tunnel autostradale in costruzione nel 1985 ed è stato preferito ad altri per la particolare composizione delle rocce della montagna, debolmente radioattive, e soprattutto per la schermatura naturale costituita dai 1400 metri di monte sovrastante che rendono l’ambiente quasi impermeabile ai raggi cosmici e di varia natura provenienti dall’atmosfera.

Per dovere di precisione l’impermeabilità è assicurata per la gran parte dei predetti raggi atmosferici, ma non per i “neutrini” che sono particelle piccolissime prive di carica ed “elusive” cioè con la particolarità di non interagire con altre particelle.

Tale proprietà consente ai neutrini di attraversare le rocce ed in genere la superficie terrestre ed arrivare ai macchinari e strumenti di rilevazione presenti nel Laboratorio del G. S..

I neutrini sono emessi da varie sorgenti quali il Sole, le Galassie, le stelle Supernove, nonché dal bombardamento dei neutroni, presenti nel nucleo atomico, che si disintegrano in protoni, neutrini elettronici e neutrini muonici.

Questi ultimi (muonici), nella loro breve vita, si trasformano in neutrini Tau ed i Tau, a loro volta, in muonici.

E’ un continuo alternarsi tra le due specie di neutrini.

Tra i vari progetti di studi in corso nel Laboratorio del G. S., il più noto o meglio quello di cui si è parlato più diffusamente, anche da parte della stampa, è il progetto O.P.E.R.A. – Oscillation Project with Emulsion tRacking Apparatus – costituito da un rivelatore di grandi dimensioni avente lo scopo di individuare la comparsa di neutrini muonici che, nella misura di decine di miliardi al giorno, raggiungono i laboratori del G. S. provenienti dal CERN di Ginevra.

La probabilità di rilevare dalle apparecchiature la presenza di neutrini Tau è stimata in due eventi all’anno.

Altro interessante esperimento in corso è quello di accertare l’origine e la natura della “materia oscura” che permea l’ Universo.

L’indagine in corso con appositi apparecchi richiede molti anni allo scopo di raggiungere risultati scientifici documentati e certi.

Questo mio incompleto e breve “excursus” è nato dal desiderio di fissare alcune sensazioni ricevute nel corso della visita da parte di chi si avvicina, per la prima volta ad un settore scientifico di grande interesse.

 

Le Stagioni del Cielo

Amelia Massironi

Che tu sia pronto o meno, che faccia un po’ più caldo o un po’ più freddo della media stagionale, la natura segue sempre il proprio orologio e………improvvisamente una mattina vedi gli alberi con le foglie gialle: l’autunno è qui e tra poco arriverà anche l’inverno.

Ieri sera ho avuto occasione di guardare il cielo ad un’ora più tarda del solito e l’ho trovato diverso.

Oltre all’immancabile Giove ed al Triangolo Estivo, con Altair bassa sull’orizzonte,.. improvvisamente ho riconosciuto sopra al tetto della casa del mio vicino tre stelline messe in  diagonale, un’altra ben più grande in alto a sinistra e di colore arancione e con un tuffo al cuore mi sono detta: “sta tornando ORIONE!!, si sta preparando di nuovo il cielo invernale!”.

E’ trascorso un anno dal mio primo approccio all’astronomia e rivedere la bella Orione è stato un po’ come aver preso coscienza di aver trascorso un anno speciale, perchè ho gustato doppiamente il cambio delle stagioni: “in Terra ed in Cielo”.

Grazie per avermi messo in grado di provare questa emozione.

………….

Amelia, grazie a te per la freschezza (in tutti i sensi) di queste riflessioni che ci fanno sentire doppiamente felici: primo perché ci divertiamo e poi perché grazie alla nostra passione ed a poche stelline “messe in diagonale” riusciamo a far….sentire un “tuffo al cuore” a persone… speciali, ricche di sensibilità, freschezza e curiosità proprio come sei tu.

Grazie Amelia, a nome di tutti noi.
Andrea (Miccoli).

2009 – IMPRESSIONI DI UN ASTROFILO

2009 – IMPRESSIONI DI UN ASTROFILO

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Effetti collaterali

Amelia Massironi 

…E mentre gli altri animali curvi guardano il suolo,
all’uomo diede viso al vento e ordinò che vedesse
il cielo, che fissasse, eretto, il firmamento.
(Ovidio)

Andrea ci ha ripetuto più volte che la grande distanza che percorre la Terra intorno al sole è quasi zero se paragonata alle distanze stellari.

Ci ha insegnato quindi che i raggi della luce delle stelle ci arrivano paralleli e ci ha mostrato il disegno di tanti telescopi che, pur trovandosi in varie parti del nostro emisfero, quando puntano lo stesso oggetto nel cielo sono tutti orientati nella stessa direzione.

Trasportando questo concetto spaziale nel temporale, ne deriverebbe che duemila o ventimila anni (prima o dopo Cristo) sono zero se rapportati ai tempi geologici.

Pertanto quando la sera alziamo gli occhi per osservare il cielo ci dobbiamo sentire in compagnia di tanti altri occhi che appartengono a chi sta nella Grotta delle Capre a San Felice, ad un filosofo greco, ad un faraone, al nostro amico Galileo, agli allievi del nostro corso, insomma a tanta varia umanità passata e futura che, sebbene animata da motivazioni molto diverse, nel guardare ora tutti insieme lo stesso spettacolo condivide la stessa emozione e curiosità.

 

Leonidi

Amelia Massironi

Martedì 17 ci siamo ritrovati al mare per vedere le Leonidi che invece ci hanno dato buca.

Ma il cielo è sempre generoso e ricco di sorprese: con il semplice cannocchiale guardando più in su di Aldebaran, per la prima volta ho visto le Pleiadi!!!

Sette stelle blu, rotonde, adagiate su un letto di stelline argentate.

Mi è venuto facile l’abbinamento con la carta dei Baci Perugina!

E per maggiore soddisfazione mia, poichè riesco a vederle anche dal balcone di casa, ora quando le vado a riguardare le sento “di famiglia”.
Grazie e a presto,

 

1° Anniversario APA
Casale Corte Rossa – B.go Sabotino – Latina

Giorgio Cielo

L’Associazione è stata costituita il 22/10/2008 ed in data odierna ( 23/10 c.a.) se ne è festeggiato l’anniversario.

Corre l’obbligo di precisare che l’attività scientifica e di divulgazione veniva svolta, dagli attuali dirigenti, già da alcuni anni.

La ricorrenza ha accomunato la maggioranza dei soci e molti simpatizzanti ed è trascorsa in un clima di allegria e di commossa partecipazione.

Ci legava un filo invisibile: quello della passione per l’astronomia.

Eravamo tutti fratelli dell’universo in quanto figli delle stelle che, esplodendo, ci hanno fornito gli elementi chimici di cui è costituito l’essere vivente.

Questa è la suggestiva ipotesi, avvalorata dalla ricerca scientifica, più volte richiamata nelle lezioni tenute dal magg. Andrea Miccoli che ci trasmette, con entusiasmo le Sue conoscenze astronomiche.

La festa, realizzata con instancabile lavoro e sacrificio personale, da Domenico D’Amato, ha avuto un coinvolgimento istruttivo, rappresentato dalle conferenze del sig. Piero Subiaco e della D.ssa Silvia Tommasin, ed uno gastronomico con il lauto buffet offerto a conclusione della riunione.

Le conferenze accennate meritano una particolare disamina per gli argomenti trattati.

Il sig. Subiaco, studioso di radioastronomia, ha iniziato intrattenendoci sulla “VOCE DEL SOLE”, titolo che sintetizza la possibilità di captare le frequenze udibili dall’orecchio umano tra le varie che il Sole ci invia ( infrarosso, raggi gamma, raggi ultravioletti, ecc.) ed il cui suono alternante può essere ascoltato mediante appositi altoparlanti.

La seconda relatrice, D.ressa Tommasin, esperta di astrofisica, ha trattato dei “BUCHI NERI: dove, come, quando”.

Argomento affascinante ma alquanto misterioso per l’impossibilità, alla luce degli attuali studi, di trovare conferme sperimentali a supporto delle varie teorie.

I partecipanti hanno seguito, con attenzione ed interesse, i vari argomenti ed hanno posto domande chiarificatrici prontamente soddisfatte dai due relatori.

Al termine della riunione il consenso del pubblico presente è stato unanime e ci si è lasciati con l’augurio che simili iniziative possano essere ripetute con maggior frequenza.

 

Dalle stelle alla stalla
Piana delle Orme – Latina

Giorgio Cielo

L’Associazione Pontina d’Astronomia ha partecipato domenica 11 ottobre 2009 alla manifestazione svoltasi nei viali della succitata fiera pontina.

Il sole splendeva cocente sui prati ancora verdi e picchiava inclemente sul capo dei visitatori, alcuni non tanto verdi di età, che affollavano gli stand della mostra gastronomica.

Gli espositori presenti, provenienti da 23 comuni dell’agro pontino, erano circa 35 e rappresentavano svariate attività commerciali.

Ci circondava un caleidoscopio di immagini, suoni e odori che si diffondevano da barbecue accesi sui quali venivano arrostiti salsicce, spiedini, bistecche che attiravano i nostri sguardi e solleticavano il nostro stomaco.

Lo stand dell’Associazione era collocato tra un espositore di salumi e formaggi ed una postazione di alcuni cavalli scalpitanti che attendevano di essere montati dai visitatori, esperti di ippica, che desideravano fare una passeggiata nei dintorni.

Tale vicinanza ha suggerito, con velato umorismo, il titolo della presente relazione.

Il pubblico ha mostrato grande interesse per il nostro stand nel quale erano esposti gli strumenti didattici per la migliore comprensione dei fenomeni celesti.

Vi era, altresì, un telescopio a disposizione per la visione del Sole e della Luna gli unici astri presenti nella mattinata.

Numerosi sono stati i contatti con rappresentanti di istituti scolastici, associazioni interessate alla divulgazione delle conoscenze astronomiche e gruppi culturali che hanno richiesto l’incontro con i docenti dell’A.P.A. per concordare possibili cicli di lezioni o solo per effettuare conferenze sull’origine ed evoluzione del ns/ Universo.

Ci auguriamo che simili manifestazioni possano reiterarsi e che ciò serva ad ampliare la platea dei cultori e degli appassionati di astronomia. 

 

Impressioni di un’allieva
8 ottobre 2009
Amelia Massironi

La semplicità di esposizione degli argomenti di astronomia del nostro docente Andrea Miccoli, mi ha permesso e mi permette anche quest’anno di avvicinarmi a questa materia che mi ha sempre affascinata, ma anche un po’ intimorita.

Ripeto, la semplicità, legata a chiarezza e precisione, è una qualità molto rara, ma è lo strumento chiave per metterci in grado di effettuare quella che io chiamo la “visita guidata del cielo di casa nostra”.

Pertanto devo a questo fortunato incontro la mia emozione quando ho visto per la prima volta la Stella Polare, Orione e la grande “G” invernale, incominciando a chiamare per nome gli oggetti più luminosi che la compongono.

Soprattutto ho il piacere, ogni sera, di affacciarmi al balcone e di ritrovare le stelle conosciute, sapendo dove cercarle nelle diverse ore.

A tutto questo si aggiungono le emozioni nel vedere al telescopio il nostro satellite, quando è uno spicchio argenteo e quando è un grosso disco arancione, Saturno con i suoi anelli, Giove e le sue lune, Albireo (bianca e azzurra) ed a cercare di immaginare l’enormità di anni luce di quella piccola nuvoletta offuscata che l’altra sera mi hanno detto essere la Galassia Andromeda.

Auguro alla APA-lan di continuare per…”anni luce” a diffondere la conoscenza dell’astronomia, regalando a tutti il piacere dell’informazione. 

 

Uscita a Fontana del Prato Cori (LT)
29 Agosto 2009

 Andrea Alimenti

Scrivo un piccolo resoconto della serata passata nei boschi di Fontana del Prato un po’ per informare sull’esito della serata stessa, e un po’, forse con un tocco di malizia, per far sorgere un’anticchia di sana invidia in voi altri che per mille motivi non siete venuti.

Penso o almeno spero che ciò che sto per scrivere sia stimolante nel caso si dovesse ripetere l’esperienza.

Per noi di Latina l’incontro era previsto alle 19:00 alla rotonda tra via del Piccarello e via Don Torello, Franco e io, però arriviamo circa un 15 min in ritardo, fortunatamente Paola e Daniele sono tipi pazienti e non si sono arrabbiati, o almeno non l’hanno fatto notare.

Il cielo pulito comunque ci ispira fiducia.

Arrivati sotto Cori, Daniele ci sorpassa per farci strada ma arrivati alla piazza (penso la principale, quella prima di salire a cori alto) ci fermiamo per chiedere consiglio al navigatore, ovviamente Erina era già da tempo ad aspettarci a Fontana del Prato.

Fiduciosi che il navigatore conosca le strade meglio di noi ci sbrighiamo a seguirlo ma, non so se per colpa sua o dell’autista (Daniele) o di entrambi, imbocchiamo una strada sbagliata e ci ritroviamo in direzione Giulianello, dopo qualche chilometro di curve il navigatore dice di svoltare a destra per ritornare a Cori.

Questa deviazione ci è costata altri 15 min che si sommano al nostro ritardo.

Ritornati a Cori risbagliamo strada quindi, Franco decide di chiedere informazioni ai passanti.

Ora che sappiamo dove andare, o meglio come arrivarci, Erina preoccupata mi telefona per sapere se eravamo ancora vivi; tranquillizzandola e seguendo la direzione consigliata da un’anziana corese e da un ragazzo ci ritroviamo in una strada che si stringe sempre di più e veniamo letteralmente “inghiottiti” dal bosco, la strada peggiora riempiendosi di buche fin quasi a diventare una demoralizzante mulattiera.

Finalmente dopo almeno un quarto d’ora sbuchiamo all’altezza del prato dove speravamo di incontrare Erina.

Spegniamo le nostre auto e scendiamo sperando di vedere la sua macchina, ma non troviamo nessuno tranne che tante macchine che sfrecciano in un strada vicina.

Per peggiorare ancora di più la già triste situazione si somma il fatto che i cellulari non prendono e se prendono, prendono male (scusate la ripetizione).

Quindi non sapendo cosa fare e dove andare per riflettere alziamo lo sguardo al cielo cercando le nostre stelle ispiratrici e sfiga delle sfighe come se veramente Qualcuno ce l’ avesse con noi ci ritroviamo la testa ricoperta di nuvole.

Decidiamo quindi di spostarci e aspettare al ristorante lì vicino.

Arrivati le nostre povere pance iniziano a rumoreggiare quindi per non demoralizzarci ancora di più iniziamo a dare i primi bocconi al panino e finalmente riusciamo a contattare anche Erina che in brevissimo tempo ci raggiunge.

Da lontano la vediamo arrivare, si ferma davanti a noi, abbassa il finestrino e vediamo il ritratto della disperazione (colgo l’occasione per scusarmi con lei di come è iniziata la serata).

Finendo di consumare la nostra deliziosa cena Erina ci racconta di come dalle 19:20 (ora del suo arrivo) aveva visto avvicinarsi le nuvole fino al compimento della tragedia: non si vedevano più né una stella né la luminosa Luna.

Non avendo più nulla da fare ci divertiamo a rubare due deliziose mele da un albero del ristorante tempo di mangiarle e ci accorgiamo che il nostro amico Zefiro ci ha fatto il favore di dare una spazzata al cielo; ci ritorna a tutti il sorriso quindi risaliamo in macchina per tornare giù alla radura.

Arrivati sul posto troviamo però una ventina di cani che stavano mangiando da un sacco della immondizia, Franco appena li vede esclama : – La carica dei 101!

Per evitare di ritrovarci con un arto in meno Erina ci riporta sopra, oltre il ristorante, perché dice di conoscere un’altra radura.

Entriamo quindi nel bosco e seguiamo la mulattiera che dovrebbe portarci a destinazione ma all’improvviso davanti a noi ci si presenta una sbarra che blocca il passaggio, demoralizzati e per votazione, ritorniamo indietro e ci fermiamo nel primo punto in cui gli alberi formavano un’altra piccola radura in modo d’avere comunque un minimo di visuale.

Spegniamo i motori scendiamo e ci accorgiamo di essere capitati in un “campo minato”, ogni metro quadro era stato battezzato da una vacca quindi, prestando estrema attenzione, tra una cacca e l’altra apriamo i 3 treppiedi.

Paola e Erina con i Celestron e io con il mio piccolo newtoniano.

In qualche istante siamo già pronti e ci mettiamo all’opera.

L’esuberanza di Erina è il nostro motore! Il cielo è parecchio più buio del nostro quindi riusciamo a vedere tanti oggetti che a Latina sono di solito insignificanti o invisibili: Giove, Albireo, m13, m57, m31, m92, ngc 884 e il compagno, sono sicuro di essermi scordato almeno di un’altra.

Tutti molto belli visti su uno sfondo nero come il cielo di ieri e non come sono abituato a vederli a Latina su uno sfondo giallo.

Tanti di questi oggetti sembrava di toccarli o comunque di starci vicino nonostante la loro spaventosa distanza.

Un cielo scuro sicuramente è l’habitat ideale per la razza degli astrofili, si hanno soddisfazioni che stando in città non si possono nemmeno immaginare.

Abbiamo provato anche a vedere altri oggetti che Franco e Erina prendevano dai loro libri ma con scarso risultato perché comunque abbiamo solamente 150 mm di diametro per far entrare la debolissima luce di tanti altri oggetti.

Peccato, anche, che gli alberi ci coprivano di parecchi gradi l’orizzonte e non abbiamo potuto vedere niente di ciò che è contenuto nel Sagittario, ma forse ciò è un bene perché proprio quegli alberi ci hanno schermato da qualche luce in lontananza.

Iniziamo quindi, come voleva Erina, a fare diverse prove con oculari e barlow, fino all’idea più stravagante di montare la barlow 3x sopra quella da 2x e quindi concludere con l’oculare da 25mm: Giove era una palla enorme. Allora mi metto a fare due foto di numero con il mio telescopio e la reflex a pellicola e Paola con il Celestron, computer e ccd.

Appena finito vado a vedere se la ccd dà segni di vita ma oltre a giove, e una marea di puntini (forse il rumore) al posto di m13, niente da fare.

La ccd ha vinto ancora un’altra battaglia ma spero non vinca la guerra.

Quindi passiamo alla webcam, tempo di installare driver e software, facciamo un filmato veloce a Giove di cui allego la foto velocemente elaborata.

Il ritardo acquistato in partenza ci fa presto arrivare a mezzanotte e quindi chiudiamo estremamente infreddoliti e soddisfatti della bellissima serata passata insieme.

Riaccendiamo le macchine abbagliandoci con le luci a vicenda per ritornare sotto il cielo lattigginoso di Latina per noi e Cisterna per Erina.

Penso che se all’inizio non fosse successo tutto ciò che è successo e fossimo arrivati in tempo forse la serata non l’avremmo fatta poiché vedendo arrivare le nuvole con i telescopi già montati avremmo smontato tutto e ce ne saremmo tornati a casa.

È proprio il caso di dire: non tutti i mali vengono per nuocere.

Alla fine mi sono allungato più del previsto: scusate!

Ciao – Andrea

 

Sogno di una notte di Mezza Estate sotto le stelle

Giorgio Cielo

Ore 19,30 di un 1° agosto.

Siamo diretti all’oasi di “Tor Caldara” – Anzio (Roma), armati delle attrezzature consuete come telescopi, bussole, filtri solari e dei componenti l’amplificazione sonora, ma soprattutto armati di tanta buona volontà e spirito di sacrificio, doti essenziali di un buon astrofilo.

Il luogo che ci ospita e, forse, più adatto ad una serata romantica vista la sua posizione su un promontorio, che sporge sul mare, dal quale sono visibili le città di Anzio e Nettuno sfavillanti di luci.

Come primo compito provvediamo a scaricare dalle macchine le valigie, che contengono i telescopi, e le varie borse colme di obiettivi ed accessori necessari per i “puntamenti” che non riguardano cannoni ma inoffensivi “cercatori” delle stelle e pianeti da osservare.

La Luna guarda, quasi sorridente, il nostro affannoso procedere non privo di tensione per l’esito della serata che, si spera, sia soddisfacente per il numeroso pubblico accorso.

Sistemati i telescopi, ed effettuate le operazioni preliminari, essi vengono puntati sulla Luna, l’unico astro visibile in prima serata, in attesa del sorgere del pianeta Giove che avverrà all’incirca alle ore 22.

Il pubblico accorso si diverte a scrutare la luna ed i suoi crateri e cerca di individuare alcune zone note, come il mare della tranquillità, che la stampa ha resa celebre in occasione della sbarco degli astronauti.

Puntuale, all’ora indicata, sorge Giove ed i telescopi vengono puntati sul pianeta che, per la sua luminosità, è visibile anche ad occhio nudo.

E’ ovvia la curiosità dei presenti che affollano, disciplinatamente in fila, i 5 punti di osservazione individuabili facilmente per la piccola luce intermittente posizionata, in alto, su ogni telescopio.

La domanda, del resto giusta, che ci viene rivolta con frequenza è: “cosa si vede?”.

La risposta è sempre la stessa: Giove oppure la Luna a seconda dell’orientamento del telescopio.

Non mancano simpatiche osservazioni da parte del pubblico ed, in qualche caso di equivoci divertenti come quello di un’anziana signora che dopo aver osservato Giove, mi si è rivolta dicendo: “però la luna si vede molto piccola”.

La serata volge al termine con il consenso ed il plauso generale e con nostra enorme soddisfazione per aver mostrato una piccolissima componente del nostro Universo nella speranza che sia accresciuto, nell’uomo, l’antico sogno del ritrovamento della vita su altri pianeti.

2008 – IMPRESSIONI DI UN ASTROFILO

2008 – IMPRESSIONI DI UN ASTROFILO

— ooo —

Antonio Francesco Piras

Dopo una lezione di astronomia ho chiesto agli alunni di una prima media di spiegarmi con un disegno, un tema o una poesia, ciò che avevano appreso e le sensazioni che avevano provato. 

Mi è rimasta impressa questa poesia:

Tramonto

Dove è est sorge il sole,
schiarisce le stelle,
scompaion quelle belle.
Solo il sole, ormai rimasto solo,
illumina gli abeti
e gli uccellini in volo.
Dove è ovest tramonta il sole
e nel cielo sboccian di nuovo le stelle come viole
con la luna che scaccia via il sole.

Prof. Piras A. Francesco
Scuola Media Statale “E. Visca” 2004-2005 Nettuno (Rm)